Dici Faema e pensi alle prime macchine da caffè professionali degli anni ‘50, ma non solo. Pensi alle imprese di Eddy Mercks e della sua armata bianco-rossa. Ma oggi, dopo 50 anni, Faema ritorna al Giro in una veste nuova, che strizza l’occhio al passato ma guarda al futuro, come in un amore ritrovato che riprende il suo cammino.

È il primo giugno del 1968. Sulla strada che porta alle Tre Cime di Lavaredo un gigante in bici da corsa s’infila in una tormenta di neve e si mangia un tornante via l’altro: maniche corte, cappellino da baseball, sulla maglia una scritta in stampatello nero, FAEMA. Recupera nove minuti sul fuggitivo Franco Bitossi e quando taglia il traguardo ne rifila ben sei al rivale Felice Gimondi, facendo sua la maglia Rosa di un Giro che vincerà a mani basse. Il suo nome? Eddy Merckx.

Quella che abbiamo raccontato è una delle imprese rimaste nel cuore degli appassionati di ciclismo, ma non solo. Dietro questa storia c’è un altro protagonista, di nome Carlo Ernesto Valente: l’uomo che nel 1945, a Milano, apre la Fabbrica Apparecchiature Elettro Meccanica e Affini (Faema, appunto), che realizza caschi per capelli, fornelli e accessori per i vagoni delle ferrovie. Qualche anno dopo inizia a produrre macchine da caffè professionali, conquistando subito la fiducia dei professionisti. Ma l’amore per il ciclismo ritorna a farsi vivo in lui, tanto che nel 1955 fonda una squadra insieme al direttore sportivo Learco Guerra: la Faema-Guerra. Sul tracciato del Giro d’Italia l’aria si riempie di aroma di espresso, grazie ai punti di ristoro che Faema predispone a bordo di uno speciale pulmino. Ma è lo stesso matrimonio tra il caffè e la bicicletta a fare la storia: prima di allora non si era mai vista un’azienda di beni di consumo sponsorizzare una manifestazione sportiva. Un azzardo? Al contrario: è l’inizio di una delle storie di maggior successo dello sport italiano che si conferma ancora oggi. Nel 1968, infatti, Valente rinnova il suo team professionistico. Nasce un’armata bianco-rossa (il colore della maglia ufficiale) capitanata dal belga Eddy Merckx, che in quell’anno riceve la sua consacrazione, e dall’italiano Vittorio Adorni. Faema diventerà la squadra più vincente del dopoguerra.

Oggi Faema, brand di gruppo Cimbali (che proprio quest’anno compie 110 anni), fa il suo ritorno al Giro d’Italia, diventandone partner ufficiale. Un amore ritrovato, dunque, perché si sa, i grandi amori prima o poi ritornano, più fervidi che mai. Sarà così per i prossimi tre anni. All’interno dei village presenti a ogni tappa, Faema racconterà la propria evoluzione all’insegna dell’innovazione tecnologica, della digitalizzazione e della sostenibilità, attraverso i prodotti che ne hanno segnato la crescita, alcuni ormai iconici, altri indispensabili ai professionisti del caffè in tutto il mondo.

Le protagoniste saranno infatti tre macchine per caffè espresso professionali e non, che rappresentano al meglio uno dei brand simbolo dell’eccellenza italiana. L’iconica E61, ispirata alla prima eclissi solare totale del 1961, dal design vintage e con un trascorso rivoluzionario: grazie all’introduzione della pompa volumetrica, è stata la macchina che ha contribuito alla nascita del bar moderno. La Faema President, un’altra macchina dalle origini storiche, che coniuga stile vintage e moderno. Infine, l’ultima nata (nel 2021) che guarda al futuro e alle nuove tendenze. Si tratta di Faemina, un oggetto di design dalle linee minimal ed eleganti, rivolta non solo ai professionisti (soprattutto i piccoli business) ma soprattutto al consumatore finale: per portare tra le mura domestiche il rito del caffè con il retrogusto delle grandi imprese.