Al Giro-E sarà presente anche il Team Durango formato da ex piloti di auto e moto. Ecco cosa hanno dichiarato Jarno Trulli, Marco “Macio” Melandri e Thomas Biagi.
arno Trulli: “Ho sempre avuto una passione per la bici e mi sono sempre divertito. Voglio ringraziare Ivone Pinton e Rödl & Partner per questa bella iniziativa che porterà il nostro team sulle strade del Giro-E. Vorrei fare la tappa di casa, quella abruzzese, visto che sono di Pescara. In generale mi piace molto anche l’aspetto green del Giro-E, un evento votato al futuro”.
Marco Melandri: “Andando in bici ho scoperto una nuova dimensione e mi diverto moltissimo. Quest’anno al Giro-E vorrei fare più di una tappa, non solo quella che arriva a Madonna di Campiglio che è la mia zona di adozione”.
Thomas Biagi “Sono bolognese e andavo spesso in bici sui colli intorno a Bologna. Per me è un’opportunità per risalire in sella dopo qualche anno in cui ho pedalato poco. Essendo un pilota di gare endurance, sulla lunga durata, trovo queste tappe del Giro-E molto simili a corse come la 24 Ore di Le Mans in cui bisogna saper gestire bene le energie del pilota come quelle del mezzo”.
Fabiana Luperini, vincitrice di cinque edizioni del Giro d’Italia e tre Tour de France: “È una bellissima iniziativa perché permette a persone comuni di partecipare al Giro d’Italia. Affronti le salite dei campioni, percorsi che senza l’assistenza del motore sarebbero impossibili. Tagliare il traguardo dei professionisti è un’emozione unica. Tornare vent’anni dopo sulle strade che mi hanno vista protagonista è stata rivivere un sogno”.
Mara Santangelo, prima tennista italiana a conquistare un torneo del Grande Slam nel doppio: “La bici è stata uno dei miei grandi amori giovanili. E anche uno dei pochi sport che praticavo come allenamento quando giocavo a tennis. Ce l’ho nel cuore. L’anno scorso ho fatto due tappe del Giro-E. Ho vissuto delle emozioni incredibili, che non avevo mai provato. Prima di tutto il percorso: lo scenario è meraviglioso. Poi il pubblico del Giro, che è incredibile. Comunque per arrivare a Passo Rolle la fatica si è fatta sentire. Le bici sono assistite, ma la fatica si fa lo stesso”.