Calabria

Scopri la Calabria

Natura, aree archeologiche, prodotti tipici, ma in salsa rock. Chi pensa che il Giro d’Italia attraversi una terra sonnacchiosa e sempre uguale a se stessa, ha sbagliato strada. La Calabria di oggi, «il segreto più delizioso d’Italia» secondo il National Geographic, affonda sì le radici nella tradizione, ma con lo sguardo rivolto in avanti. Vediamo dove.

A una trentina di chilometri da Mileto, dove parte la quinta tappa della Corsa Rosa, ci sono le spiagge farinose di Capo Vaticano e di Tropea, candidata al titolo di Capitale italiana della Cultura per il 2022. Mare da cartolina, ovvio, ma le soprese sono altre. Per esempio il Museo delle Arti di Catanzaro, ma anche il Lido, un tempo borgo di pescatori e poco più, e oggi luogo di movida. O Cosenza, l’altra città universitaria attraversata dai ciclisti nella prima giornata calabrese: una vocazione artistica (meritano le BoCs – Residenze Artistiche del centro storico) e culturale (una Biblioteca civica con codici rarissimi) che non ti aspetti, ma è lì, pronta a essere scoperta.

I parchi nazionali sono ben tre: l’Aspromonte, il Pollino, da dove la carovana rosa riparte nella seconda tappa calabrese, e l’altopiano della Sila, un polmone verde con stazioni sciistiche, laghi naturali e percorsi per trekking e mountain bike. Una natura che attira un turismo sempre più ecosostenibile e alimenta la rivoluzione che più di ogni altra cosa sta cambiando il volto (e il futuro) della Calabria: quella del settore enogastronomico.

Il merito è di un’avanguardia di chef giovanissimi, che intascate lauree ed esperienze altrove, sono tornati qui a rifarsi una vita, anche professionale. Con una ricetta che li accomuna tutti: recuperare le materie prime di questa terra unica per la sua biodiversità e riproporle in chiave gourmet. I nomi da segnare in agenda? Luca Abbruzzino, del ristorante omonimo (una stella Michelin) di Cava-cuculera Nobile (Cosenza); Caterina Ceraudo del Dattilo (una stella Michelin) di Crotone; Nino Rossi del Qafiz, a Santa Cristina D’Aspromonte (Reggio Calabria). Ma l’eccellenza finisce anche nei bicchieri. Nelle birre artigianali e nei vini come il Cirò, il barolo calabrese fatto con le uve Gaglioppo e un tempo snobbato dai grandi intenditori. Fino alla Cirò Revolution partita nel 2010, quando un gruppo di vignaioli testardi e giovanissimi lo ha riportato in auge a colpi di agricoltura biologica e antica ricetta originale.

Perché da queste parti si guarda al futuro, ma senza scordare il passato, anche quello dei libri di storia. L’antica Magna Grecia rivive nelle aree di Sibari-Thurii-Copia, Medma-Rosarno, Crotone, Hipponion-Vibo, Scolacium-Roccelletta di Borgia e soprattutto Kaulon-Monasterace, oltre che nei Bronzi di Riace, custoditi nel Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria. E nelle opere di Michele Affidato, che a Crotone (la città di Pitagora) porta avanti l’antica tradizione orafa.  Ci sarà la sua mano nella scultura con cui verrà premiato il superteam della 103esima edizione del Giro d’Italia nel gran finale a Milano.