Ci fanno stare bene, rilassare, condividere emozioni con gli amici. Ma soprattutto, ci fanno sentire parte del Paese che amiamo. Lo dice una ricerca voluta da Faema, sponsor-simbolo della Corsa Rosa. E allora, pronti a seguire le gesta dei campioni con in mano una tazzina fumante!

Ci sono due cose a cui molti di noi non sanno rinunciare: un buon caffè e il Giro d’Italia. L’affinità è scritta nei numeri: su un campione di 1.000 persone di età compresa tra 18 e 65 anni, il 79,5 per cento segue la corsa a tappe che ogni maggio attraversa il nostro Paese e l’83,1 per cento beve caffè più volte alla settimana. A metterlo nero su bianco ci ha pensato la ricerca “Caffè & Giro d’Italia, due passioni dal sapore tutto italiano”, realizzata da AstraRicerche per conto di Faema, il brand del Gruppo Cimbali che anche quest’anno è sponsor ufficiale della Corsa Rosa. Il concept della partnership con l’edizione numero 106 del Giro? #TheWayWeLove, il modo in cui amiamo.

Amore, passione, desiderio, voglia di… sono questi i comuni denominatori tra l’oro nero e la famosa corsa a tappe. Avete mai pensato a che cosa ci spinge ad accendere la televisione sulla tappa in corso o a fare un salto al bar per un espresso? Ecco che cosa ha scoperto il sondaggio. A farci guardare il Giro o bere caffè è la voglia di regalarci un momento di piacere (vale per il 64,9 per cento dei consumatori di caffè e per il 39,9 per cento dei followers del Giro d’Italia) o di relax (è così per il 52,3 per cento dei caffè lovers e per il 34,6 per cento di chi segue la Corsa Rosa), ma anche la brama di qualcosa da condividere con gli altri o il bisogno di ritrovare la carica, che sia grazie all’esempio dei corridori o per effetto della caffeina che ci fa tornare alla scrivania brillanti e concentrati. Qualcos’altro fa da trait d’union tra questi due rituali: home sweet home, casa nostra. È qui che il 48,5 per cento delle persone accende la tv per assistere alla kermesse ciclistica e l’80 per cento si gode il caffè. Subito in scia, un luogo-simbolo dell’italianità: il bar, ovvero “il social network degli italiani prima di Facebook”. Tra il borbottio della macina del caffè e il tam-tam della pressatura, infatti, il 75,6 per cento degli aficionados della tazzina si regala il suo piacere quotidiano mentre il 19,5 per cento dei Giro lovers (soprattutto quelli che appartengono alla Gen Z) si gode le imprese dei grandi campioni. E certamente era così anche tra gli anni ‘50 e ‘60, quando il team Faema dominava il Giro d’Italia. Tutti ricordano le vittorie del 1956 con il lussemburghese Charly Gaul e del 1968 con il belga Eddy Merckx, oltre a quelle nella classifica a squadre del 1961, 1962 e 1968.

Oggi al posto del Cannibale ci sono RemcoEvenepoel e Primoz Roglic e Damiano Caruso. Ma poco importa chi sono le star, perché il potere dell’immaginazione è intrinseco al Giro d’Italia. Grazie alle splendide riprese tv su borghi gioiello, parchi naturali e montagne maestose, infatti, il 43,5 per cento degli intervistati considera la Corsa Rosa un modo per “conoscere luoghi che non ho mai visitato o dove vorrei tornare”. E pensate un po’? Il bar ha un effetto simile. Tanto che per il 25,4 per cento degli intervistati è il luogo dove scoprire le differenze locali in Italia, perché dall’atmosfera, dai clienti e persino da come ti servono il caffè comprendi ‘lo spirito’ del posto. Giro d’Italia e caffè sono così in sintonia che è stato perfino possibile paragonare l’addetto al caffè a un ciclista, con risultati che la dicono lunga su che cosa si aspettano gli italiani quando ordinano un espresso. Il 29,8 per cento vuole un addetto-scalatore, in grado di affrontare picchi di clienti; il 33 per cento desidera un addetto-passista, che prepari tanti caffè senza sosta; il 27,2 per cento sogna un addetto-velocista, che lo prepari in tempi rapidissimi (27,2 per cento). Ma la seconda cosa più importante, dopo la miscela (per il 79,7 per cento) è la macchina da caffè usata (49,8 per cento).

In questo senso possono stare tranquilli quelli che seguiranno dal vivo il Giro d’Italia, visto che nei village e nelle aree hospitality di tutte le tappe saranno presenti le tre macchine per caffè espresso simbolo di Faema oggi: l’iconica E61, la e717E e la Faemina, in versione Limited Edition Giro d’Italia, la macchina per caffè espresso pensata per l’ambiente domestico e gli small business. Caffè e ciclismo ancora insieme, dunque, con un’iniziativa extra a fin di bene. La possibilità di una sfida a freccette per sostenere insieme al Gruppo Cimbali l’associazione no profit World Bicycle Relief, che distribuisce biciclette su larga scala e completi per ridurre la povertà nei paesi in cui mancano i mezzi di collegamento. Ma il contributo a questa nobile iniziativa può passare anche da una pedalata. Grazie alla collaborazione con la community di Strava, infatti, chi lo vorrà potrà partecipare a una challenge unica: raggiungere i 120.000 chilometri percorsi dagli utenti della app. Più si pedala, maggiore sarà il contributo che Faema devolverà alla causa.