Behind the scenes: la “Vita da Giro”
alla prima Corsa Rosa della Q36.5 Pro Cycling Team
di Sara Federico
A day with Q36.5 Pro Cycling Team
Li abbiamo visti sfrecciare lungo tutto lo Stivale, in volate mozzafiato e su pendenze impossibili, abbiamo sentito la loro potenza, l’impegno e la fatica, e ci siamo emozionati insieme a loro dopo una vittoria tanto desiderata, che a volte è arrivata, a volte è sfumata per un soffio. E anche nei momenti più duri, c’era tutto l’amore e il supporto della gente, migliaia di tifosi che si sono riversati sulle strade, portando con sé quell’energia che ha spinto i corridori sui tornanti più insidiosi, con quel boato che li ha accolti fino alla fine, e che rievoca nella nostra mente il loro arrivo ad ogni traguardo. Sì perché quando c’è il Giro d’Italia, vogliamo esserci, ci basta anche un solo passaggio davanti ai nostri occhi per vivere tutta la passione di uomini che sfidano i propri limiti ad ogni pedalata. Ma com’è la vita del ciclista “Behind the scenes”? E quanto è affascinante conoscere ogni aspetto della loro giornata, dalla loro preparazione fisica e mentale, alla nutrizione quotidiana, ad aneddoti e curiosità prima di montare in sella? Noi abbiamo affiancato gli 8 eroi e tutto lo staff della Q36.5 Pro Cycling Team, la squadra svizzera Pro maschile diretta da Douglas Ryder, che porta il nome dell’azienda italiana Q36.5, leader nell’abbigliamento per il ciclismo. Lo abbiamo fatto in occasione dell’ultima tappa, quella di Roma, la più celebrativa, la conclusione di un viaggio indimenticabile, il primo Giro d’Italia in assoluto del team capitanato dal britannico Tom Pidcock, al suo debutto nella Corsa Rosa, con una rappresentanza italiana d’eccezione per lo sprint Matteo Moschetti, il velocista milanese alla sua terza esperienza al Giro. Prima di farvi leggere cosa ci hanno raccontato, andiamo “Behind the scenes” proprio insieme a loro.
Allenamento e preparazione atletica
La ” vita da Giro” comincia molto in anticipo rispetto al via ufficiale della competizione: “Due mesi di allenamenti in bici in altura da circa 3 ore al giorno, lontano da casa, dagli affetti. Tanti allenamenti funzionali in palestra, con focus sul core, fondamentali per l’equilibrio muscolare, con richiami settimanali di forza e resistenza” ci racconta il Direttore di Gara Gabriele Missaglia, ex corridore di 10 Giri d’Italia e vincitore dell’edizione 96 e 2001 in appoggio ai grandi capitani del suo team. Scopriamo insieme a lui e d Albert Poblet, fisioterapista spagnolo della Q36.5 Pro Cycling Team, la “giornata tipo” di una tappa del Giro.Il pre gara: dall’importanza del riposo notturno al bus come “seconda casa”
“La sveglia è sempre alle 7 più o meno. Alle 7.30 iniziamo a lavorare”, ci spiegano Poblet e Missaglia. Ma attenzione: “La vita di un atleta, specialmente durante un grande giro, si basa sul riposo: più dorme e meglio è, ogni minuto di sonno è preziosissimo, soprattutto a livello di energie e recupero. Il fabbisogno giornaliero? Minimo otto ore a notte, ma anche molto di più. Appena terminata la cena, i ciclisti tornano in camera per addormentarsi il prima possibile. La sveglia al mattino avviene circa 3 ore mezza dalla partenza” ci spiegano. Ma cosa succede in questo lasso di tempo? “Dopo la colazione, gli atleti si concentrano e si “rilassano”, a parte qualche esercizio di stretching attivo con elastici, per poi spostarsi in bus, per arrivare circa 1 ora e mezza prima alla partenza”. Se state pensando al bus degli atleti come un mezzo di spostamento tradizionale, vi sbagliate: si tratta di una vera e propria “seconda casa” per loro. 8 postazioni con ogni tipo di comfort, cucina con rifornimenti di ogni tipo, sala riunioni per meeting e presentazioni pre gara, videowall per definire strategie e tattiche sul percorso da affrontare. Un luogo in cui indossare le divise da corsa dopo una doccia energizzante e concentrarsi, con tutto il supporto dell’intero staff a disposizione, composto dai 4 direttori di gara, 4 meccanici, 4 massaggiatori, 1 fisioterapista, 1 osteopata, 1 medico, 1 nutrizionista, 1 chef. Prima della gara, è importante non affaticare il corpo, poiché dovrà già affrontare uno stress importante, ma in alcune tappe, sono consigliati esercizi specifici per il riscaldamento muscolare: “In quelle a cronometro, i ciclisti compiono la ricognizione del percorso, e anche per quelle che prevedono pendenze in salita, una sessione di rulli fino a 15 min a ridosso partenza come warm up”. Nel frattempo parte dello staff si reca ai punti rifornimento situati ogni 35 km lungo il percorso, dove saranno disponibili alimenti e idratazione. E a proposito di nutrizione, un focus su questo tema imprescindibile è doveroso, siete curiosi?
La nutrizione al Giro d’Italia: ecco cosa mangiano gli atleti pre, post e durante la gara
Come e soprattutto quando si nutre un atleta durante il Giro d’Italia? Se vi aspettate precisione e disciplina, la realtà è ancora più rigorosa: “Il team ha a disposizione un nutrizionista che fornisce una dieta mirata e personalizzata ad ogni atleta, poiché conosce perfettamente qual è il rispettivo fabbisogno giornaliero e consumo di energia in gara affinché, attraverso la nutrizione e idratazione giornaliera, il reintegro compensi esattamente il relativo dispendio”. Questo significa che l’atleta mangia esattamente quello che consuma e niente di più ed è tenuto a comunicare eventuali “sgarri” per ricalcolare la dieta, poiché tutto quello che ingerisce nella giornata viene pesato e pianificato. Tendenzialmente dunque “La colazione prevede cereali con yogurt, avocado, frutti rossi per eliminare radicali liberi; da bere, anche latte normale e caffè, senza esagerare. Talvolta si definisce “colazione rinforzata” proprio perché fanno parte dello stesso pasto anche carboidrati come pasta o riso, da assumere 3 ore prima della corsa, il tempo necessario per digestione e assimilazione” aggiunge Missaglia. E durante la gara? Poiché non esiste “il momento pranzo”, è proprio durante la corsa che i ciclisti si nutrono continuamente, con “barrette “fatte in casa” dal team, simili alle torte di riso, e gel che portano con loro nelle tasche della divisa, da assumere in maniera programmata, dopo un tot di chilometri e in base alla temperatura esterna, nelle dosi indicate su uno specchietto posizionato sul manubrio e preparato dal nutrizionista”. Importantissimo il post gara: “E’ previsto un recovery alimentare immediato per integrare le energie e liquidi persi e c’è un “Kitchen Truck” dedicato con uno chef che segue il team in ogni tappa e prepara tutti i pasti per gli atleti”. La cena si svolge al termine delle sessioni di defaticamento e massaggi con il team di fisioterapisti che dura dai 50 minuti alle 2 ore in base alle esigenze, intorno alle 21/21.30, ed è un pasto completo e “piuttosto sostanzioso ma bilanciato” per usare le parole di Missaglia, “con carboidrati e proteine, e dolci con ricette specifiche. Vietato alcool e a letto presto” aggiunge. Viene da sé l’importanza dell’idratazione: in una giornata tipo del Giro, ci sono 150 borracce a disposizione ogni giorno per tutti, quindi circa 8 o 10 a testa da 550 ml l’una, una quantità che può variare in base alla temperatura esterna della location della tappa, se più o meno calda.
Il giorno di riposo: mai rilassarsi troppo
Occhio a non “rilassarsi troppo” nei 3 giorni di riposo previsti nelle tre settimane del Giro d’Italia: “Meglio non spegnere il “motore fisico” e non sospendere dunque le attività in bici, perché potrebbe essere controproducente in ripartenza”. Missaglia e Poblet consigliano dunque di rimanere attivi pedalando, ma senza chiaramente l’ “ansia della prestazione” della gara, e sempre con sessioni di massaggi associati.Il “Domani a che ora?” di Matteo Moschetti
Ci sono sempre quei “rituali” o retroscena che solo i corridori conoscono. Noi vi sveliamo un aneddoto di Matteo Moschetti, che ogni sera prima di dormire dava il “solito appuntamento” al compagno di stanza spagnolo Xabier Mikel Azparren: “La frase di rito era “Domani a che ora?”, guardavamo il programma e ci davamo la stessa risposta: “Alle 9? Alle 9, buonanotte”, ci racconta Matteo col sorriso di chi porterà con sé il ricordo di queste semplici abitudini, ma anche molto altro di questa esperienza unica. Infatti commenta così il suo terzo Giro d’Italia: “Per noi italiani è sempre un’emozione incredibile, quattro anni fa, l’ultima volta in cui ho partecipato, ho avuto la fortuna di passare da Robecco sul Naviglio, il mio paese natale, ed è stato speciale, chissà che magari in un futuro succederà ancora..”. Possiamo affermare che la frazione di Roma ha dato al ciclista classe 96 delle belle soddisfazioni, come la terza posizione di tappa. Le principali insidie del percorso invece, Moschetti le riconduce ai percorsi in montagna dell’ultima settimana, da Fiume Veneto – Asiago a Sestriere. “In particolare le ultime due sono state davvero molto complicate, confido in quella di oggi invece, in cui ripongo tante aspettative…” e sappiamo come è andata.
Il debutto da sogno di Emīls Liepiņš: “Adrenalina e divertimento, sognando la pizza…”
E’ proprio la tappa che ha preceduto quella di Roma, Verrès – Sestrière, quella che è rimasta più impressa al ciclista lettone: “Mamma mia” ha commentato, “è stata la più dura, ma anche la più bella ed emozionante per me”. E in virtù del debutto di Liepiņš a questa competizione, gli abbiamo chiesto se c’è qualcosa che non si aspettava e che lo ha particolarmente sorpreso di questo tour: “Non credevo fosse una gara così veloce” ma possiamo comprovare che per concentrarsi prima e rilassarsi post corsa, Emīls aveva il suo metodo: “Pensavo alla mia famiglia che mi aspettava a casa, e a Roma oggi. Dopo ogni corsa, in hotel, chiudevo gli occhi e mi rilassavo, lontano dallo stress e dal telefono, sognando la pizza..” ci racconta scherzosamente. “Il Giro d’Italia è un sogno, ognuno di noi corridori deve godersi ogni singolo momento, con serietà e dedizione, ma sempre con divertimento, l’aspetto più importante per me”.Ed ecco come il Giro d’Italia si conferma un trionfo di autenticità, di lealtà e sacrificio e di una profonda passione. E sulla scia di tutto questo, è bellissimo continuare a sognare.